Sdraiata sul letto
dopo una notte di guerra
sento dalla finestra
il vociare degli uccelli
cantilene solenni
mentre il sole pervade la stanza
illuminando il mio viso
i miei capelli
occhi solcati
da una soffice malinconia.
La mia mano sfiora tale luce
raggi penetrano tra le mie dita
gioco, li sfioro
ma il calore non mi appartiene.
Sei lontano da me
chilometri e chilometri
distanze inafferrabili
non misurabili.
Lasciami nei meandri dei miei pensieri
così cupi
tristi
soliti
struggenti.
© Martina Leone
